PAPA:
APRE LA PORTA SANTA A BANGUI
Il 29 novembre 2015, nove giorni prima
dell’apertura ufficiale del Giubileo della Misericordia in calendario per l’8
dicembre, festa dell’Immacolata, Papa Francesco eccezionalmente aprirà in
anteprima la Porta santa della Cattedrale di Bangui nella Repubblica
Centrafricana dove si recherà per il suo undicesimo viaggio apostolico.
Lo ha annunciato domenica 1 novembre,
solennità di Tutti i santi, dopo aver fatto un accorato appello per la pace in
quelle terre.
Nella capitale del Centrafrica, una delle tre
tappe del prossimo viaggio del Papa che dal 24 al 30 novembre lo porterà nel
Continente africano, si stanno moltiplicando i disordini con grave danno alla
popolazione tanto che diverse famiglie hanno dovuto abbandonare le loro case.
Violenze, incendi saccheggi che preoccupano il Papa che incoraggia tutti alla
speranza e ad invocare insieme la pace.
Quello di aprire la Porta santa proprio là dove si soffre e si fugge
dalla violenza nasce dal desiderio del Papa di incoraggiare le famiglie donando
speranza ed esprimere vicinanza e sostegno. Le comunità missionarie sono in
prima linea nell’accoglienza agli sfollati oltreché nel contribuite in tutti i
modi alla pacificazione. Il perdono e la misericordia di Dio, infatti, possono
contribuire al ritorno della pace predisponendo i cuori ad ottenere luce, grazia,
riconciliazione e pace.
Il Papa e la Porta Santa a Bangui: la
speranza della Chiesa
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2015-11-02 Radio Vaticana
La
preoccupazione per i disordini degli ultimi giorni in zone della capitale del
Centrafrica ma soprattutto l’intenzione di aprire il 29 novembre la "porta
Santa" nella cattedrale di Bangui: ieri le parole di Papa Francesco
all’Angelus hanno suscitato gioia e speranza nel Paese che rappresenta una
delle tre tappe del suo imminente viaggio in Africa. Fausta Speranza ha
intervistato il nunzio apostolico nella Repubblica Centrafricana, mons.
Franco Coppola:
R. – Sono giorni molto difficili per la capitale. I disordini
sono limitati a due, tre quartieri della capitale: non sono diffusi nel Paese
né a tutta la città, però sono disordini che stanno facendo molti danni e hanno
fatto sì che diverse migliaia di famiglie abbiano dovuto abbandonare le loro
case. Queste milizie stanno sistematicamente incendiando e saccheggiando le
case di tante persone, quindi si sta creando tanta sofferenza tra la
popolazione civile tranquilla, che non ha proprio nulla a che fare con il
conflitto in corso.
D. – Per tutto questo la grande preoccupazione di Papa
Francesco, che si unisce alla speranza di essere lì e di aprire la Porta Santa
a Banguì?
R. – Certo. Credo che la preoccupazione del Papa fosse
soprattutto quella di esprimere la solidarietà e, al tempo stesso, la
preoccupazione per le famiglie che si vedono ridotte in queste condizioni,
quindi anche in grave pericolo di vita. Così ha fatto eco e ha dato voce alla
situazione – ripeto – di migliaia di persone nella capitale, che si sentono
esposte ad una violenza davanti alla quale non hanno difesa né protezione. Al tempo
stesso, ha voluto far arrivare il suo incoraggiamento alla parrocchia Nostra
Signora di Fatima, che è rimasta come un’isola: è protetta dalla forze dei
Caschi Blu e soltanto lì ormai sono rimasti tre sacerdoti, un seminarista e
alcune centinaia, quasi 700, sfollati che si sono rifugiati nei locali della
parrocchia. Tutto intorno, invece, è quasi deserto: nel quartiere ci sono
queste bande che saccheggiano e incendiano le case. Quindi il Papa voleva
incoraggiare queste persone che sono rimaste nella parrocchia, far sentire la
sua vicinanza, e al tempo stesso annunciare questo evento straordinario: il
fatto di dare ai centrafricani un’opportunità. È quasi una missione particolare
quella di aprire il Giubileo della Misericordia, e quindi di farsi testimoni di
questa misericordia e di questa riconciliazione, innanzitutto tra di loro. È
stata una bella sorpresa, un regalo particolare che qui, l’arcivescovo e tutta
la Chiesa, hanno accolto con grande gioia. È un grande privilegio quello che il
Papa ha deciso di riservare alla Chiesa centrafricana in questa occasione.
D. – Indubbiamente è un dono, e anche la responsabilità poi di
tenere “aperta” questa Porta Santa…
R. – Certo, certo! Infatti, proprio per questo, subito dopo la
cerimonia dell’apertura e la Messa che seguirà, si sta organizzando una veglia
penitenziale che serva per far entrare tutti gli abitanti di Banguì, tutti
quelli che verranno per la visita, in uno spirito penitenziale, di conversione;
per entrare nella Porta Santa, per ottenere l’indulgenza del Giubileo, ma
soprattutto per poter ottenere la grazia dello spirito di riconciliazione e
dello spirito di misericordia, che è fondamentale perché questo Paese possa
recuperare la pace.